Giampiero Mughini si confronta su “I rompicazzi del Novecento” con Beatrice: “so quel che dico”

Durante il pranzo nel primo pomeriggio, a tavola, Giampiero Mughini e Beatrice Luzzi hanno parlato del libro del giornalista

Questa sera per Giampiero Mughini Il Grande Fratello ha preparato delle sorprese. La scorsa puntata il giornalista dietro domanda del conduttore Alfonso Signorini ha parlato del rapporto che aveva con suo padre. L’occasione è stato uno sfogo avuto nella casa in cui Giampiero si è aperto con Rosy e Angelica, parlando appunto del padre. Da lì poi Signorini gli ha fatto una serie di domande chiamandolo in disparte dagli altri concorrenti e facendo scoprire un suo lato diverso.

Mughini è autore di molti libri ed è stato proprio uno dei suoi lavori oggetto di discussione oggi a pranzo con Beatrice. I due commentavano un titolo non proprio garbato utilizzato dallo scrittore che però ha “disturbato i lettori”. Il libro in questione si intitola “I rompicazzi del Novecento”. Ecco di cosa parla il lavoro di Mughini, tratto dalla sinossi:

«Il vero rompicazzi se ne infischia delle etichette ideologiche, all’occorrenza fa il voltagabbana, è cangiante e contraddittorio, con i suoi repentini ripensamenti e cambi di direzione fa saltare le topografie intellettuali correnti. Solo un secolo feroce come il Novecento, drammatico e al contempo geniale e creativo, poteva essere così ricco di figure ambivalenti, di uomini e donne fuori dagli schemi che hanno chiuso da un momento all’altro con la loro vita precedente e ne hanno costruita una diversa. Con penna immaginifica e caustica, Giampiero Mughini rilegge le vite di formidabili campioni del non compromesso storico che hanno plasmato lo scenario letterario, giornalistico, politico e musicale, facendo luce su episodi rimossi e vicende trascurate di «una ridda di eroi che diventano bastardi e viceversa». Svelando passioni divoranti, gesti impertinenti e battaglie interiori combattute senza esclusione di colpi, l’autore chiarisce l’itinerario umano, intellettuale e artistico di personalità mutevoli e inafferrabili, funamboli che passano con leggiadria da un punto di vista all’altro, in precario equilibrio sul filo della storia. Tra amicizie indissolubili, tradimenti e aspirazioni represse, la memoria collettiva del «secolo breve» si intreccia ai ricordi privati di uno fra i più noti polemisti del nostro paese e racconta un’epoca «irregolare», fatta di esistenze in bilico tra la fine di un mondo e l’inizio di uno nuovo”.
Giampiero durante la chiacchierata con Bea asserisce che non c’era parola diversa che potesse usare per dare voce alla sua intenzione. Ma quando Beatrice gli fa notare che è un titolo forte, subito Mughini interviene affermando che sa quello che dice.

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