Femminicidio di Sofia Castelli, ecco la confessione dell’assassino

Femminicidio di Sofia Castelli, ecco la confessione dell'assassino

Femminicidio di Sofia Castelli, ecco la confessione dell’assassino e il racconto dell’amica che era in casa al momento dell’omicidio

Quasi cinque ore di interrogatorio per Zakaria Atqaoui, l’assassino di Sofia Castelli. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il giovane avrebbe detto: «Ho atteso che l’amica di Sofia se ne andasse, ma lei non se ne è andata. Lì è scattato qualcosa, non riesco a spiegare cosa. Ho atteso che le ragazze si addormentassero (…) sono uscito dall’armadio, sono andato in cucina, ho afferrato un coltello poggiato sul lavandino, nel porta posate». Poi prosegue: «Sofia dormiva. Sono tornato in camera da letto e l’ho accoltellata. Poi non ricordo più nulla, mi sono sentito male».

Dopo l’assassinio, il giovane si sarebbe cambiato gli abiti sporchi di sangue con quelli sottratti al padre della vittima all’interno dell’abitazione, per poi andarsi a consegnare.

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Anche l’amica di Sofia, che stava dormendo in un’altra stanza, è stata ascoltata dagli inquirenti. «Quando mi sono addormentata erano le 6 circa. Non ho sentito rumori», ha detto la giovane. «Mi sono svegliata alle 9 circa, perché mi ha telefonato mia madre. Stavo guardando Instagram quando in casa sono entrati i carabinieri». «Al mio risveglio la porta della camera da letto dove ho dormito era chiusa: l’avevo lasciata aperta». «Sono sicura – ha spiegato agli investigatori – che quando siamo entrate in casa non c’erano altre persone. Eravamo sole io e Sofia. Non ho sentito rumori, trambusti».

Il gip di Monza Elena Sechi ha deciso che il killer debba restare in carcere. L’accusa a suo carico è di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione, di «aver usato mezzo insidioso» e di aver commesso il fatto per futili motivi.

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