Caso Cecchettin, Turetta parla in aula: “Ho pensato di rapirla”

Caso Cecchettin, Turetta parla in aula: "Ho pensato di rapirla"

Presente anche il padre di Giulia

Per la prima volta, a Venezia, davanti alla Corte d’Assise, Filippo Turetta sta rispondendo all’interrogatorio nel corso del processo per l’omicidio dell’ex fidanzata, Giulia Cecchettin.

In aula presente pure il padre della vittima, Gino Cecchettin. Turetta è rinchiuso da un anno al carcere di Verona, dopo l’arresto del 19 novembre in Germania (dove era fuggito) e per la prima volta ha parlato.

Con tono apparentemente dimesso e senza mai guardare in faccia nessuno, ha ammesso di aver detto “una serie di bugie” rispondendo all’interrogatorio del pm Andrea Petroni

Il ragazzo ha pure ammesso di aver stilato la famosa “lista delle cose da fare”, nei giorni prima dell’omicidio, come il prelievo al bancomat da gettare via per far perdere le sue tracce.

Poi ha detto: “Ho pensato di rapirla, e anche di toglierle la vita, ero confuso, io volevo stare ancora assieme a lei. ero arrabbiato, era un bruttissimo periodo, volevo tornare assieme a lei e per quello ho ipotizzato questo piano per quella sera”.

Turetta spiega anche quando avrebbe iniziato a scrivere i famosi appunti:  “ho iniziato a farlo il 7 novembre. Perchè ho cominciato a pensare, avevo tanti pensieri sbagliati. In più volte nel tempo, ricostruendo quanto era accaduto, per mettere ordine. Ho cominciato a febbraio-marzo, e ho proseguito tutta l’estate, fino a questi giorni. Prima ho scritto di getto, poi ho riletto e messo in ordine quelle parti che di getto non avrei potuto scrivere”.

Assente in aula, invece, la sorella Elena che su Instagram ha scritto: “Oggi e lunedì 28 ottobre non sarò presente in aula. Non per disinteresse, ma per prendermi cura di me stessa. Sono più di 11 mesi che continuo ad avere incubi, 11 mesi che il mio sonno è inesistente o irrequieto. La mia salute mentale e soprattutto quella fisica ne hanno risentito. Ho perso il conto delle visite mediche che ho dovuto fare nell’ultimo anno. Seguirò a distanza anche tramite i miei legali, tuttavia non parteciperò”.

Il difensore del ragazzo, intanto, ha fatto sapere che: “Filippo depositerà uno scritto di circa 40 pagine in cui a mente fredda cerca di ricostruisce punto per punto i suoi ricordi e di aggiungere o integrare quanto detto durante i lunghi interrogatori”.

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