Calvino e Sanremo, la storia di un legame raccontato da Laura Guglielmi. L’intervista

Calvino e Sanremo, la storia di un legame raccontato da Laura Guglielmi. L’intervista

Calvino e Sanremo, storia di un legame raccontato da Laura Guglielmi, scrittrice ed esperta di giornalismo culturale e di media digitali

Nel suo ultimo libro, Italo Calvino e Sanremo alla ricerca di una città scomparsa (Il canneto editore), Laura Guglielmi ci mostra lo stretto legame che Italo Calvino ebbe con la città di Sanremo. Anche se lo scrittore de Le città invisibili non era nato a Sanremo, è nelle città dei fiori che cresce, influenzato e plasmato dai suoi profumi, dai suoi colori e scorci, alimentando in lui una coscienza ecologista ancora sconosciuta all’epoca. Con questo libro, l’autrice, sanremese, accompagna il lettore in un viaggio, che diviene un modo per leggere un presente ferito. Nell’intervista che Laura Guglielmi ci ha rilasciato scopriamo l’importanza di questo libro e di un percorso complesso tra le trame calviniane e i sentieri più impervi, dalle parole ai luoghi e viceversa, in un continuum narrativo fin troppo trascurato.

Alla domanda sulle motivazioni per cui l’autrice ha deciso di scrivere un libro su Calvino e la città di Sanremo, Laura Guglielmi ci dice che:

Molti non sanno quanto fosse forte il legame di Italo Calvino con Sanremo, la città del Festival, perché in effetti è nato a Cuba. Sua madre Eva Mameli, botanica, e suo padre Mario Calvino, agronomo, quando lui è nato, nel 1923, vivevano a Cuba, dove dirigevano la Stazione sperimentale per l’agricoltura di Santiago de Las Vegas. La famiglia Calvino-Mameli lascia Cuba per Sanremo circa due anni dopo la nascita di Italo, dove Mario ed Eva danno vita alla Stazione sperimentale per la floricoltura, nel giardino della loro villa, la Meridiana, che trasformano in un parco di acclimatazione per le piante tropicali. Alla cittadina ligure, quindi Calvino era legato dal ricordo degli affetti familiari, e da un paesaggio unico nel suo genere. Questo attaccamento è stato però un “amore difficile”. Stiamo parlando di un mondo per lo più scomparso. Il folto bosco dove il Barone Rampante saltava di ramo in ramo è stato via via eliminato fino a essere abbattuto, nel secondo Novecento, dalla speculazione edilizia”.

Tra lo scrittore e la città emerge un legame narrato nella filigrana narrativa, perché Calvino non cita mai Sanremo apertamente?

Non nomina Sanremo, perché́ la letteratura deve creare qualcosa di paradigmatico partendo da una realtà̀ che deve necessariamente restare sullo sfondo. Ma nel suo caso è la realtà̀ stessa, quel paesaggio fisico, urbano e naturale, a subire una violenta cancellazione e a diventare irriconoscibile. In Calvino l’operazione romanzesca della dislocazione, del distanziamento, coincide drammaticamente con una reale e accelerata trasformazione sociale e produttiva. La Riviera Ligure degli anni Cinquanta diventa un luogo gremito di turisti e di seconde case e un territorio sempre più̀ sfruttato dall’industria dei fiori.

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Com’era la Sanremo di Calvino e com’è cambiata?

Immersa nel verde, piena di giardini, costellata di terreni coltivati a uliveti, dove prosperavano limonaie, aranceti, piante tropicali, con i torrenti che correvano verso il mare sormontati da ponti a schiena d’asino. La Sanremo di oggi è sotto gli occhi di tutti, è stata stravolta dal cemento e solo con estrema attenzione si riescono a ritrovare quelle tracce, ma ci sono, ci sono.

Il legame con la città dei fiori per Calvino è anche “memoria”, ma qual è il sentimento che prevale?

Lo direi con le sue parole, una testimonianza che ha lasciato in un’intervista poco prima di morire: «Come ambiente naturale quello che non si può̀ respingere o nascondere è il paesaggio natale e familiare; San Remo continua a saltar fuori nei miei libri, nei più vari scorci e prospettive, soprattutto vista dall’alto, ed è soprattutto presente in molte delle Città invisibili. Naturalmente parlo di San Remo qual era fino a trenta o trentacinque anni fa, e soprattutto di com’era cinquanta o sessant’anni fa, quando ero bambino. Ogni indagine non può che partire da quel nucleo da cui si sviluppano l’immaginazione, la psicologia, il linguaggio; questa persistenza è in me forte quanto era stata forte in gioventù la spinta centripeta la quale si rivelò senza ritorno, perché rapidamente i luoghi hanno cessato di esistere».

Esiste ancora la Sanremo di Calvino o è una “città invisibile”?

Esiste ancora se si ha un occhio attento e il desiderio di osservare. In fondo con il mio libro che cosa ho fatto se non questa operazione? Sono andata alla ricerca di una città scomparsa, ma che si riesce a intravedere.

Calvino ha parlato in qualche modo anche di speculazione edilizia e di ambientalismo, era un ambientalista ante litteram?

Certo, proprio così. Nel libro si è anche cercato di mettere in evidenza la precoce coscienza ecologista di Italo Calvino, che già negli anni Cinquanta parlava di diritti degli animali e degli alberi, una consapevolezza appresa con il latte materno dalla madre scienziata Eva Mameli e dall’impetuoso padre Mario.

Lei ha percorso gli stessi sentieri di Calvino, com’è stato scoprire la sua Sanremo?

Anche io sono nata e cresciuta a Sanremo anche se non ci abito più. Abbiamo in comune lo stesso paesaggio originario. Italo Calvino mi ha aiutato a leggere il mio orientamento iniziale, a guardare i luoghi che attraversavo da bambina e adolescente con occhi diversi e in modo critico anche se appassionato.

Infine. Qual è il consiglio che dà al lettore per conoscere la città percorsa da Calvino? Da dove partire?

Innanzitutto, andare a Sanremo, percorrendo anche l’itinerario in 38 pannelli dislocati sul territorio, un itinerario da me curato per l’Università di Genova e il Comune di Sanremo, insieme a colleghi e studenti. E poi leggere testi come il “Barone rampante”, “La strada di San Giovanni” e “La speculazione edilizia”, nonché “Le città invisibili”.

Laura Guglielmi è nata a Sanremo ma vive a Genova, dopo aver trascorso alcuni anni a Roma e Londra. Si occupa di letteratura e paesaggio e nel 1999 ha curato una mostra fotografica su Italo Calvino e Sanremo esposta anche alla New York University. Nel 2023, in occasione del centenario dello scrittore, ha ideato per l’Università di Genova un itinerario ‘calviniano’ nella città del Ponente ligure, con 38 pannelli installati nel territorio. Tra i suoi ultimi libri: il best seller Lady Constance Lloyd. L’importanza di chiamarsi Wilde (Morellini), un romanzo sulla moglie dello scrittore dandy irlandese, e Le incredibili curiosità di Genova (Newton Compton), che racchiude ottanta storie sul capoluogo ligure. Ha lavorato per le pagine culturali di diversi giornali, tra cui «Il Secolo XIX», «La Stampa»«D-la Repubblica delle Donne». Esperta di giornalismo culturale e di media digitali, ha inse­gnato all’Università di Genova. Ha un suo sito: www.lauraguglielmi.it

Fonte immagine: https://www.facebook.com/laura.guglielmi/photos

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