“Breve sogno Eritreo di Tekle Mandar”, il viaggio fotografico di Pino Ninfa

“Breve sogno Eritreo di Tekle Mandar”, il viaggio fotografico di Pino Ninfa

In libreria il nuovo libro del fotografo Pino Ninfa. L’incontro fra un fotografo e un ferroviere alla stazione di Asmara, un viaggio all’insegna di ricordi e nostalgie e un monito contro tutte le guerre

Il libro “Breve sogno Eritreo di Tekle Mandar” racconta di un viaggio fatto in Eritrea dal fotografo Pino Ninfa, durante il quale ha incontrato in una visita alla stazione di Asmara un ferroviere che lo ha subito incuriosito per il suo modo di fare. Stava seduto guardando i binari vuoti e oramai in disuso da molti anni. Il suo sguardo pareva correre sui binari al posto del treno, nel suo volto ogni tanto appariva una espressione collegata con la nostalgia.

Questa visione ha generato in Pino Ninfa la voglia di conoscere questo personaggio. L’incontro con Tekle Mandar, questo è il suo nome, ha generato una sorta di complicità fra lui e il fotografo. Tekle è un ferroviere che nella realtà enormemente difficile di Asmara gioca ancora con i sogni e si diverte a farli partire lungo le rotaie da dove i treni non partono più e che per aiutare la sua memoria sempre più precaria col passare degli anni, si aiuta usando i muri della città come mappe per i suoi ricordi collegandosi a particolari segni lasciati su quelle superfici.

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Tekle racconta che questo abbinamento lo fa sorridere alla vita lungo le rotte dell’avventura passata e presente. Tekle diventa per Pino Ninfa una sorta di nuovo Virgilio e insieme sulle rotte di avventure si incamminano in un viaggio che li porterà fino a Massawa dove i resti della passata guerra con l’Etiopia ancora evidenti nelle case spesso danneggiate di questa città sono un monito a futura memoria contro tutte le guerre.

Pino Ninfa sviluppa progetti sul territorio nazionale e estero legati al reportage e allo spettacolo. L’interesse per la musica e per il sociale, ha fondato il senso complessivo del suo lavoro fotografico.

In ambito musicale e in particolare nel jazz, da anni ha intrapreso una ricerca rivolta a considerare come elementi importanti e significativi i luoghi dei concerti e il loro rapporto col pubblico e non solo con i musicisti sul palco. Da diverso tempo realizza delle performance su temi che vanno dalla musica al sociale in collaborazione con diversi musicisti italiani e stranieri.

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L’attenzione e lo studio rivolti alla salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo e al suo recupero, con numerose missioni nelle foreste Africane e in Amazzonia per testimoniare progetti di salvaguardia e di sviluppo delle popolazioni locali, sono parte integrante del suo lavoro.

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Segue anche, in diverse parti del mondo, progetti per migliorare le condizioni di vita delle persone in difficoltà, con particolare attenzione per l’universo femminile molto spesso vittima di abusi e soprusi a ogni latitudine e ed in ogni condizione sociale. In molti paesi, dal Sudafrica al Brasile, dal Congo all’Uruguay, Pino Ninfa sviluppa progetti di coinvolgimento e formazione giovanile attraverso la fotografia, dotando i giovani partecipanti del materiale fotografico, allo scopo di restituire una speranza e magari un sorriso e a chi vive in condizioni di estremo disagio.

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Molte sono infatti le ONG con cui ha condiviso i sui progetti fra cui Emergency, Amani, Cbm, Cesvi e Prosolidar. Ha esposto in musei e luoghi prestigiosi in Italia e all’Estero. Diverse le sue pubblicazioni fra cui l’ultima: Breve sogno Eritreo di Tekle Mandar. Fra le altre: Una speranza in Cambogia – Skirà Editore; Round about township – Un viaggio nelle periferie del Sudafrica – Casadei Editore.

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