Aurora Ramazzotti torna a parlare di cat calling e della sua posizione dopo un meme ironico errato su di lei
Dopo aver espresso la sua opinione sul fenomeno del cat calling, Aurora Ramazzotti si è trovata in balia di critiche, commenti e giudizi gratuiti legati al suo aspetto fisico, a lei come donna e alla sua professionalità.
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Si è creata una polemica che è degenerata in opinioni e commenti da parte di molti volti noti dello spettacolo e di gente comune. A distanza di giorni, oggi Aurora Ramazzotti si è trovata costretta a ritornare sull’argomento a causa di un meme fuorviante e poco costruttivo. Nel meme vi è la foto in parte del viso della madre e del lato B di Aurora Ramazzotti con la frase: “Quando sei Aurora Ramazzotti e fai vedere il tuo impegno per il cat calling”. La presentatrice ha ripreso il meme, lo ha condiviso in una storia su Instagram e ha scritto: “E’ la centesima volta che mi arriva questo genere di post”. Le parole fanno trapelare rabbia e anche insofferenza rispetto al modo in cui è stato recepito il discorso fatto da Aurora Ramazzotti che, prontamente, ha deciso, ancora una volta di replicare non solo a chi realizza questo tipo di meme ma anche a chi continua a criticare e a fare polemica. Nella storia successiva si è sfogata: “Siete, come al solito, piccoli. Piccoli così. Per non dire altro. Questo è lo screenshot di un video in cui reggevo il drenante cellulite di mia mamma tra le chiappe l’estate scorsa. Ironia, per la cronaca. Vorrei davvero che qualcuno di voi mi spiegasse il NESSO tra un video ironico e le molestie verbali per strada. Avanti, vi ascolto. Perché mi si vede il culo? È questo? Perché se d’estate mi metto in costume allora non posso permettermi di disgustarmi davanti a commenti sessuali che avvengono quando sono interamente vestita? Mi fa inca**are, mi fa inca**are perché quando vedo scherzare con questo tema mi rendo conto che non capite che fa parte della cultura dello stupro. La molestia a vostro avviso è “minore” o addirittura inesistente quindi non merita attenzione. Ma HA LA STESSA MATRICE. Questo è lo stesso ragionamento che sta alla base di “si meritava di essere violentata perché si è messa la minigonna”. Eh già, “c’è una foto del suo culo sul web, si merita che le dicano SU****MI IL CA***” per strada”. Perché questo succede. Io merito rispetto a prescindere da chi sono e come ca*** deciso di vestirmi. Merito rispetto che io sia in costume da bagno o completamente coperta dalla testa ai piedi. Merito rispetto anche se faccio ironia sul mio corpo, perché è il MIO CORPO e decido IO. Non voi”.
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