
Assassinio di JF Kennedy, la nuova rivelazione di Paul Landis, un agente del secret service sulla “pallottola magica”
L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, il 35° presidente degli Stati Uniti d’America, è uno degli eventi più significativi e traumatici nella storia del paese. Il 22 novembre 1963, Kennedy venne ucciso a Dallas, in Texas, mentre svolgeva un tour politico. La sua morte suscitò un’ondata di shock e dolore in tutto il mondo.
Il Giorno dell’Assassinio: 22 novembre 1963
Il 22 novembre 1963 iniziò come una giornata di routine per il presidente Kennedy. Insieme alla moglie Jacqueline, comunemente conosciuta come Jackie, si trovavano a Fort Worth, in Texas, per una serie di eventi politici. Il presidente Kennedy si era proposto di migliorare il suo sostegno politico in Texas, uno stato considerato cruciale per la sua rielezione nel 1964. La mattina del 22 novembre, la coppia presidenziale lasciò Fort Worth per dirigersi a Dallas, dove erano programmati diversi incontri e una parata pubblica attraverso il centro della città. L’atmosfera era festosa e migliaia di persone si radunarono lungo il percorso della parata per vedere il presidente e la first lady. Alle 12:30, mentre la limousine presidenziale stava attraversando Dealey Plaza, diversi colpi di fucile furono sparati da un edificio vicino al percorso della parata. Il presidente Kennedy fu colpito due volte, una volta al collo e una volta alla testa. Il governatore del Texas John Connally, che si trovava nel veicolo con Kennedy, fu anch’egli ferito.
L’Arresto e l’Assassino
Dopo gli spari, la limousine presidenziale fu immediatamente portata all’ospedale Parkland a Dallas, ma i medici non riuscirono a salvare la vita del presidente. Alle 13:00, John F. Kennedy fu dichiarato morto. Era il 46° anno di vita e aveva trascorso solo tre anni e dieci mesi in carica come presidente. La polizia di Dallas arrestò un sospetto, Lee Harvey Oswald, poco dopo l’attentato. Oswald era stato visto fuggire dall’edificio in cui si trovava il cecchino e fu catturato in un teatro locale. Tuttavia, due giorni dopo l’arresto di Oswald, mentre era in custodia della polizia, fu assassinato da Jack Ruby, un uomo con legami criminali. L’omicidio di Oswald ha alimentato numerose teorie del complotto sul coinvolgimento di terze parti nell’assassinio di Kennedy.
Le Teorie del Complotto
L’assassinio di JFK è stato oggetto di innumerevoli teorie del complotto, alcune delle quali suggeriscono che Oswald non agì da solo. Queste teorie spaziano dalla mafia all’FBI, alla CIA, fino al coinvolgimento di altre nazioni come l’Unione Sovietica e Cuba. Nonostante la Commissione Warren, istituita per indagare sull’omicidio, abbia concluso che Oswald fu l’unico colpevole, molte persone mantengono il loro scetticismo e credono che ci fosse un complotto più ampio dietro l’assassinio.
La “pallottola magica”
L’episodio della “magic bullet,” spesso citato anche come “la pallottola magica,” è una parte centrale delle teorie del complotto sull’assassinio di John F. Kennedy. Questo termine si riferisce alla pallottola che, secondo la Commissione Warren, ha causato ferite sia al presidente Kennedy che al governatore John Connally durante l’attentato. La teoria della “magic bullet” fu presentata dalla Commissione Warren, presieduta dal Chief Justice Earl Warren, e si basava sulla ricostruzione degli eventi e delle traiettorie delle pallottole che colpirono Kennedy e Connally. Secondo la Commissione Warren, il tiratore solitario, Lee Harvey Oswald, sparò due colpi dalla finestra del sesto piano del Texas School Book Depository. Una, nota come “la magic bullet,” colpì Kennedy alla schiena, attraversò il suo corpo e poi colpì Connally, ferendolo in più punti. L’altra colpì Kennedy alla testa, causandone la morte.
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Il dibattito
La teoria della “magic bullet” è stata oggetto di intense critiche e dibattiti. Alcuni sostengono che la traiettoria della pallottola attraverso i corpi di Kennedy e Connally sarebbe stata fisicamente impossibile, dato che sembrava seguire un percorso molto complicato e angolare. Inoltre, alcune analisi balistiche hanno sollevato dubbi sulla credibilità di questa teoria. Molte teorie del complotto suggeriscono che la “magic bullet” fosse un elemento chiave nell’argomento che sostenne l’esistenza di un complotto più ampio per assassinare Kennedy. Sostengono che la pallottola non avrebbe potuto causare tali ferite ai due uomini in modo così preciso e che ci dovessero essere più tiratori coinvolti. In ogni caso, il dibattito sulla “magic bullet” e sull’assassinio di JFK è rimasto un argomento di discussione e controversia per molti decenni.
Una nuova testimonianza
Una nuova versione intorno alla “pallottola magica” è stata riportata nel libro di memorie da Paul Landis, un agente del secret service che quel giorno seguiva, in piedi sul predellino di una Cadillac, l’auto del presidente. Nel libro “L’ultimo testimone” che uscirà negli Stati Uniti il 10 ottobre prossimo, Landis afferma di aver sentito l’esplosione di tre colpi e non di due. Poi rivela di essere stato lui a raccogliere sul sedile dell’auto presidenziale la «magic bullet» e di averla messa sulla barella sulla quale era il corpo di Kennedy e non su quella di Connally, dove fu trovata. Questa dichiarazione, oltre ad essere stata smentita dal New York Times, è in contrasto con la dichiarazione che Landis fece all’epoca. Vera o falsa che sia, getta nuovo mistero sull’assassinio di JF Kennedy.
L’Impatto Duraturo
La morte di JFK ebbe un impatto profondo sulla politica e sulla cultura degli Stati Uniti. Il suo carisma e il suo stile avevano suscitato speranze e aspettative di cambiamento nella nazione. La sua morte segnò la fine dell’era dei “Camelot”, un’epoca associata a un’atmosfera di speranza e idealismo. La Commissione Warren concluse che Oswald aveva agito da solo, ma molte persone non furono convinte. Questa mancanza di chiarezza ha alimentato una cultura di sospetto e diffidenza verso il governo e le istituzioni. Inoltre, ha contribuito a consolidare il fenomeno delle teorie del complotto nella società americana.
Conclusioni
In conclusione, l’assassinio di John F. Kennedy rimane uno degli eventi più traumatici nella storia americana. La sua morte ha lasciato un’impronta indelebile sulla memoria collettiva e continua a suscitare interesse e dibattito, mentre la figura di JFK rimarrà per sempre una delle più iconiche e amate nella storia degli Stati Uniti.
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