Alice Neri, “uccisa e bruciata”: chiesto il rinvio a giudizio per Mohamed Gaaloul

Il trentenne tunisino è accusato dell’omicidio di Alice Neri, consumatosi nel Modenese a novembre dello scorso anno
L’avrebbe uccisa e poi bruciata. La Procura di Modena ha chiesto il rinvio a giudizio per Mohamed Gaaloul per l’omicidio di Alice Neri, avvenuto un anno fa, che fu trovata morta carbonizzata a Fossa di Concordia. L’udienza preliminare si terrà il prossimo 16 novembre ad un anno dalla morte della giovane mamma di Ravarino, che quella sera era uscita con un collega e non è più rincasata.
Gaaloul, trentenne tunisino, sarebbe stato l’ultimo a vederla viva – in carcere dal dicembre scorso – è accusato di averla uccisa e poi bruciata. Contro di lui gravi indizi di colpevolezza. I due si sarebbero conosciuti in un bar e lui dopo le avrebbe chiesto un passaggio. Il trentenne conosce bene il luogo dove è stato trovato il cadavere carbonizzato di Alice, e cioè una zona di campagna che aveva frequentato o con amici o con le sue amanti.
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Avrebbe utilizzato anche la tanica di olio esausto conservata da un contadino, secondo gli inquirenti, per appiccare l’incendio per l’uccisione della 32enne.
Sui suoi vestiti sono stati rinvenute tracce di olio e sul borsello che indossava la sera dell’omicidio tracce del Dna della vittima.
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Secondo gli inquirenti l’uomo, dopo un approccio sessuale, l’avrebbe uccisa a coltellate puntando dritto al cuore e poi si sarebbe disfatto del cadavere dandogli fuoco. Poi, i giorni seguenti, sarebbe scappato all’estero per questo motivo e non in cerca di lavoro.
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