Alberto Rizzotto, l’autista del bus precipitato è l’unica vittima italiana dell’incidente di Mestre

Alberto Rizzotto, l’autista del bus precipitato è l’unica vittima italiana dell’incidente di Mestre. Ecco cosa sappiamo
Alberto Rizzotto è l’unica vittima italiana dell’incidente di Mestre. L’uomo era l’autista del mezzo elettrico precipitato da un cavalcavia nella tarda serata di ieri, 3 ottobre. Rizzotto aveva 40 anni ed era originario di Tezze di Piave in provincia di Treviso. Era un dipendente della Martini Bus srl che aveva noleggiato il mezzo incidentato alla società “La Linea” la quale aveva il contratto di trasporto per i turisti del campeggio in gita a Venezia.
L’assessore alla Viabilità, Renato Boraso, ha riferito che Rizzotto era considerato un autista esperto con almeno 6-7 anni di guida alle spalle. Secondo le prime testimonianze il mezzo non procedeva ad alta velocità, ma prima di precipitare sembra abbia colpito per due volte il guard rail. Tanti sono i messaggi di cordoglio che gli vengono rivolti: “Così orgoglioso del tuo lavoro, dovevi portarci tutti nel tuo autobus alla festa della classe”, scrive un’amica, Laura.
L’amministratore delegato dell’azienda proprietaria del mezzo, Massimo Fiorese, ha detto al Corriere della Sera di aver visionato un filmato dell’incidente: «Il bus è quasi fermo quando sfonda il guardrail. Penso che l’autista abbia avuto un malore, perché altrimenti non me lo spiego. Nel video si vede che il bus è quasi fermo, il guardrail è fino, non è di quelli più moderni e più strutturati, e l’autobus pesava tanto perché era di quelli elettrici. L’impatto è stato fatale».
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Mentre proseguono le indagini per accertare le cause dell’incidente. Sotto osservazione c’è anche il guard rail. «Questo guardrail sembra così vecchio, così basso, come poteva fermare un autobus da 18 tonnellate?» è la domanda che viene formulata in queste ore e Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, amici e sostenitori della Polizia stradale, ha dichiarato all’Ansa: «Parliamo di ipotesi, ma da quello che abbiamo potuto accertare attraverso i nostri referenti era un guard-rail a unica onda altezza metro e non tripla, come sarebbe stato necessario per il contenimento di un veicolo che può raggiungere le 18 tonnellate».
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